domenica 21 novembre 2010

LIBRI/RASSEGNE : Il Salotto delle 6 chiude con Portella della Ginestra e la polemica s'accende ....

Sono trascorsi più di sessant’anni e Portella della Ginestra fa ancora discutere. Questo, almeno, quanto accaduto sabato nell’ultimo incontro de Il Sal8 delle 6, condotto da Pasquale Bottone, che ha ospitato lo storico Francesco Petrotta, autore del libro titolo “La strage e i depistaggi: il castello d'ombre su Portella della Ginestra”. L’autore siciliano ha fatto luce sugli eventi di quel 1° maggio 1947, rappresentando alla platea una versione decisamente discostante da quanto detto finora. Secondo Petrella, che si è avvalso di testimonianze dirette di persone presenti sul posto, e soprattutto secondo la sua esperienza diretta sui luoghi, la banda Giuliano non ebbe mai a che vedere con i servizi segreti americani, e la strage fu ordinata dai latifondisti associati alla mafia, che volevano fermare il movimento popolare dei contadini. Una versione in chiaro contrasto con quanto scritto da Angelo La Bella e Rosa Mecarolo nel volume “Portella della Ginestra. La strage che ha insanguinato la storia d'Italia”. La loro versione, invece, tende a colpevolizzare i servizi segreti americani, mossi alla strage pur di fermare l’avanzata comunista in atto a Piana degli Albanesi.
Numerosi e accalorati interventi hanno tenuto alto il tono della discussione, con Petrella sempre fermo sulla sua posizione, deciso fino in fondo a dimostrare le sue ragioni, anche con l’ausilio del dvd intervista ai sopravvissuti, e una parte del pubblico convinto del contrario. “Giuliano non ha mai avuto contatti con gli americani – ha incalzato lo storico – lo dimostra una lettera inviata al presidente Truman, che si rifiutò persino di rispondergli, considerandolo un bandito. E’ vero che girano documenti dei servizi segreti, ma bisogna vedere chi li ha fatti e messi in giro. Io vivo in quelle zone, conosco esattamente luoghi e soprattutto il dialetto. Per questo e soprattutto ascoltando i testimoni diretti posso affermare che quel giorno sparò solo la banda Giuliano, e che fu proprio lui responsabile di gran parte di quei morti, altro che pallottole vacanti e banditi presi dal panico”.
L’argomento ha appassionato molto il pubblico e coinvolto anche Manuela Claudiani, funzionaria dell’Archivio di Stato, al punto di farle lanciare una proposta: “La prossima primavera – ha annunciato – organizzeremo una mostra con i documenti originali del processo su Portella, che si svolse a Viterbo negli anni ’50. Sarebbe bello allestirla al vecchio tribunale, e viste le posizioni discordanti emerse quest’oggi potremmo allestire anche un processo agli storici, dove approfondire, con documenti e testimonianze, le diverse versioni”.
Presto si tornerà quindi a parlare di Portella della Ginestra. 

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