giovedì 11 novembre 2010

LIBRI/ RASSEGNE : Domani Ilaria Cucchi apre Il Salotto delle 6 a Viterbo. Ore 18, Sala delle Conferenze - Provincia di Viterbo


Ilaria Cucchi apre Il Salotto delle 6 nel centro storico di Viterbo

IlSal8 delle 6 sarà inaugurato venerdì 12 novembre, alle 18 nella sala conferenze Franco Benedetti di Palazzo Gentili. Pasquale Bottone, ideatore e conduttore della rassegna, giunta all’XI edizione, ha scelto per questi nuovi appuntamenti di affrontare i più scottanti casi di cronaca italiani, dai più recenti a quelli ormai storici, come Portella della Ginestra, definito da più parti il primo mistero del Bel Paese.
In questo primo incontro Bottone accoglierà Ilaria Cucchi, sorella di Stefano, deceduto il 22 ottobre 2009 all’ospedale Sandro Pertini di Roma, mentre si trovava in stato di arresto. Da allora è già passato un anno e sono ancora molti i dubbi da chiarire.
In un recente sfogo di Ilaria appare tutta l’incertezza che ha circondato il caso: “Mio fratello Stefano è morto da un anno e da un anno i miei genitori ed io ci sentiamo presi in giro. All'inizio si parlò di morte naturale, dimostrammo che non era così. Allora si cominciò a parlare di caduta dalle scale, dimostrammo che non c'era stata nessuna caduta. Quindi si parlò di anoressia e sieropositività e poi ancora di Stefano che si era lasciato morire, mentre alla nostra famiglia non importava niente di lui, dimostrammo che niente di tutto questo era vero. Oggi si parla di fratture pregresse e malformazioni, che evidentemente Stefano non sapeva di avere, tanto da condurre una vita normale. Poi però improvvisamente, poche ore dopo l'arresto non riesce più nemmeno a tenersi in piedi e gli vengono somministrate dosi molto elevate di antidolorifico. Oggi si dice che Stefano è morto solo perché abbandonato dai medici. Ma di cosa è morto mio fratello, di cosa secondo il Pm?!!”
Ilaria Cucchi presenterà “Vorrei dirti che non eri solo”, il libro che ha scritto a quattro mani con il giornalista del Corriere della Sera Giovanni Bianconi. “Un caso che mi ha molto colpito - sottolinea Bottone - come mi ha molto colpito la spontaneità di questo racconto, reso benissimo nel libro, da non perdere, che sottolinea la triste storia di Stefano con un misto di eleganza, commozione, passione civile e sentimenti e, particolare non trascurabile, una prosa molto ben riuscita”.
Nulla può giustificare una morte come quella di Stefano, nulla può giustificare la violenza subita dalla famiglia Cucchi. “Vorrei dirti che non eri solo racconta” questa storia allucinante del nostro tempo che si può solo sperare serva a prevenirne altre in futuro.

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